Vincenzo Bellini attraverso l’epistolario. UNA VITA D’ARTISTA TRA GENIO E CALCOLO. Epilogo
L’EPILOGO.
I Puritani vanno avanti e rappresenteranno un’importante novità per la cura dello svolgimento armonico e strumentale verso cui Bellini dimostrerà grande attenzione espressiva. Prima ancora che vadano in scena, lui stesso ne sottolinea gli aspetti peculiari, soffermandosi per questioni di effetto sul famoso duetto dei due bassi “Suoni la tromba” dove «entrano ed amor di patria e Libertà» (da Parigi al Florimo, il 21-22 dicembre ’34). «Lavoro ancora pel duetto dei due bassi, che è d’un liberale che fa paura» al Florimo da Parigi, 5 gennaio ’35). Bellini aveva prontamente intuito che questo fulminante duetto – oggi eseguito da baritono (Riccardo) e basso (Giorgio) – avrebbe messo nel pubblico l’argento vivo, e dopo il 5 si rivolge al Pepoli «perché avrei necessità di farti aggiustare qualche verso nel duetto che ho quasi finito, ed è venuto magnifico, e lo squillo delle trombe farà tremare di gioia i cuori liberi che si troveranno in teatro. Addio, – Viva la libertà!!!!». . . .