Sul femminicidio
Da tempo coltivo l’idea di ospitare, nella mia rubrica Raccordi, occasionali contributi di artisti, studiosi, ricercatori che possano arricchire le potenzialità della rubrica nel suo proposito di promuovere nessi tra “arti, ambiti e discipline non direttamente o evidentemente collegabili tra loro.” Bombardato, e sconcertato, da notizie di cronaca che sempre più spesso riferiscono di omicidi, spesso efferati, di donne, da qualche mese medito di inaugurare questa serie ancora informe e necessariamente sporadica di interventi con delle riflessioni sul femminicidio. E’ di qualche mese fa (20 aprile 2018) la notizia del ritrovamento a Roma di un corpo carbonizzato di donna; è di poco tempo prima quella di un corpo di ragazza fatta a pezzi nelle Marche e occultata in una valigia. Ed è di questi giorni la sconvolgente notizia di due donne uccise quasi contemporaneamente in due zone così apparentemente diverse dell’Italia: una, soffocata, nel senese; l’altra, strangolata, in Sicilia. Ciascuna ammazzata dal proprio marito, dal proprio “compagno di vita”. I quali uomini, a loro volta, hanno ambedue poi scelto di porre fine alla propria esistenza nel medesimo tragico modo, impiccandosi.. . . .