L’ultima opera di Amadeus. IL FLAUTO MAGICO, Un’opera fantastico-simbolica. Parte seconda

 In L’incontro delle Arti, Rubriche

Parte seconda

La gestazione dell’opera avvenne in un periodo non certo tra i migliori attraversati dal musicista che, con l’insediamento alla corte di Vienna di Leopoldo II succeduto al fratello Giuseppe II, perse importanti appoggi massonici in un momento per lui particolarmente delicato: la salute malferma, le crescenti difficoltà finanziarie, l’allontanamento dai teatri imperiali dell’amico e poeta Lorenzo da Ponte e del sovrintendente teatrale conte Francesco Orsini von Rosenberg, tra le poche persone che potevano procurargli ingaggi sicuri. La nuova politica di Giuseppe guardava infatti con sospetto alle logge massoniche – ritenute responsabili di avere fomentato la Rivoluzione francese – e non aveva per la musica lo stesso interesse del predecessore, ma fortunatamente, a marzo del 1791, arrivò per Mozart un’ancora di salvezza inaspettata da parte di un personaggio sui generis, Emanuel Schikaneder, ottimo attore shakespeariano, mentalità moderna e anticonformista nel carattere, nei costumi e nel modo di concepire l’allestimento essendo anche impresario di un piccolo teatro popolare alla periferia di Vienna, il Freihaus Theater, location di spettacoli magico-fiabeschi supportati da macchinari ed effetti scenici che oggi considereremmo speciali. Propose al compositore . . . .

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