L’ultima opera di Alfredo Catalani. LA WALLY, NEVE E MUSICA NUOVA

 In L’incontro delle Arti, Rubriche

Opera insolita e addirittura ‘strana’, per la sua formulazione drammaturgica più che innovativa, questa di Alfredo Catalani, da molti ritenuto un Puccini minore o semplicemente un fanalino di coda dei più fortunati colleghi osannati da pubblico e critica, dall’ultimo Verdi boitiano al concittadino Giacomo (che si lancerà alla grande con la Manon Lescaut nel 1893, un anno dopo La Wally), ai più sanguigni Mascagni, Giordano, Cilea. Malinconico, solitario e soprattutto malato – di tisi – Catalani vive, attraversandolo, il difficile periodo di transizione e di crisi del melodramma italiano da cui sostanzialmente si discosta perseguendo una strada molto personale e ardita sotto l’aspetto armonico e vocale, con soluzioni orchestrali tra il sinfonico e il cameristico, con un linguaggio lontano dalla tradizione in quanto a gusto, ispirazione lirico-fantastica vicina alla sua indole e al carattere nordico di determinati soggetti d’opera. . . . .

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