L’AMORE VERO E LA FORMAZIONE PSICHICA DEL SOGGETTO

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Chi ama svolge una funzione “terapeutica”? Si comporta come un farmaco che cura? San Paolo, mostrando che l’amore è la via per eccellenza, dice che coloro che sanno parlare con competenza agli altri in varie lingue, senza, però, che l’amore abiti in loro, sono paragonabili a un mero strumento musicale fatto solo di materiali risonanti. Anche chi possiede grande conoscenza, oppure chi nutre i poveri, ma è vuoto d’amore, non è nulla o sta facendo qualcosa che non gli giova. Conclude, infine, che soltanto “tre cose durano: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l’amore” (nota). L’amore, una delle tre virtù teologali, corrisponde a ciò che solitamente è chiamata Carità oppure Misericordia. Iconograficamente, ma soprattutto iconologicamente, questa virtù è ben rappresentata nella pala d’altare di Caravaggio Sette opere di Misericordia corporale, dipinta a Napoli fra il 1606 e il 1607 per la Congregazione del Pio Monte della Misericordia. Alcuni personaggi realistici vi compiono le sette opere di Carità, in un buio vicolo di Napoli, sotto lo sguardo della Madonna con bambino e del movimento di due angeli che si abbracciano e si sostengono: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, ospitare i pellegrini, visitare i malati, visitare i carcerati, seppellire i morti. . . . .

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Immagine: Caravaggio, Sette opere di Misericordia corporale, 1606- 07. Pio Monte della Misericordia, Napoli

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