GUARDARE FUORI. LA WILDERNESS COME SPAZIO DI POROSITÀ

 In Contributi

Abstract:

La seguente riflessione vuole essere una prima indagine intorno alla complessità semantica dell’idea di ‘Wilderness’, la cui traduzione italiana è “Natura selvaggia”. A partire dalla strutturale ambiguità del termine – che non si riferisce ad uno specifico oggetto materiale quanto più a una particolare configurazione dello sguardo – si vedrà come esso emerga sempre in quei complessi incroci tra materia e simbolo, realtà e credenza, e di come al dualismo spaziale tra villaggio e foresta ne corrisponda un altro di tipo culturale, ben più complesso: quello tra le categorie di ‘noto’ e ‘sconosciuto’, risolto nella diade ‘domestico/selvaggio’. Attraverso le lenti dell’antropologia, della letteratura, della storia delle religioni e della cultura visuale si cercherà di oltrepassare questo iniziale dualismo, evidenziandone le sfumature, le opacità e le ibridazioni, allo scopo di sottolineare come la prossimità con il selvaggio – ciò che sta fuori dal perimetro domestico – abbia sempre avuto un ruolo ambiguo e cruciale da un punto di vista spirituale, culturale e, soprattutto, politico. 

Parole chiave: Wilderness, Selvaggio, Domestico, Alterità, Soglia.

Immagine: Ivan Jakovlevič Bilibin, La strega Baba Jagà giunge nel suo mortaio, con pestello e scopa in mano, illustrazione per la fiaba Vasilisa la Bella, 1900.

 

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