Freud collezionista di arte antica

 In A Volo d'Icaro, Rubriche

Ho fatto molti sacrifici per la mia raccolta di antichità
greche, romane ed egiziane, e in realtà ho letto più di
archeologia che di psicologia,
S. Freud

Sigmund Freud fu un accanito collezionista di arte antica per oltre quarant’anni della sua esistenza e questo, per sua stessa ammissione, fu un «vizio che per intensità era secondo solo a quello del fumo[1]», anche se è forse un aspetto poco conosciuto ed insolito della biografia del padre della psicoanalisi. Com’è nato dunque il desiderio di diventare un collezionista e che cosa lo ha spinto a collezionare, per quasi metà della sua vita, una particolare tipologia di oggetti artistici?

Per rispondere a queste domande sarà necessario soffermarci sia sulla grande passione di Freud per l’arte e la letteratura, che ci motiva il suo interesse nel collezionare oggetti d’arte, sia mostrare il grande amore che nutriva verso l’archeologia, l’antichità e le culture classiche, che ci giustifica la scelta di collezionare esclusivamente opere d’arte antica.

Freud era certamente un medico viennese che si era formato ed aveva iniziato ad esercitare la sua professione nella seconda metà dell’Ottocento, mentre imperversava la cultura positivista, ma era anche profondamente immerso nella cultura umanistica. Dentro di lui convivevano, non sempre armoniosamente, due anime: quella dello scienziato e quella dell’umanista. Sebbene Freud si sia laureato alla facoltà di medicina, avesse scritto testi fondamentali . . . .

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[1] M. Shur, Il caso Freud, Boringhieri, Torino 1976, p. 221

Immagine: Freud nel suo studio

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