Luigi Poiaghi. Una memoria
L’opera e la vita di Luigi Poiaghi (Milano1947 – Rimini 2017) si concludono la scorsa estate, in questa nostra epoca povera e guasta, dalla quale si sentiva fatalmente straniero.
Desidero ricordare la piena coerenza del lavoro con la sua vita, in specie, dal tempo in cui lo conobbi, in quel suo progressivo astenersi da ogni convenzione e da estetiche di maniera.
Straniero è il termine che definisce il tratto dell’uomo-artista Poiaghi: per l’aristocratico distacco, il ritiro consapevole da una società dell’arte di cui temeva l’appartenenza.
L’apprendistato ebbe il suo esordio a Brera e nella Milano degli anni sessanta, ambiente fertilissimo, fiorente di movimenti; quando, anche se imperante la temperie astrattista, era ancora forte l’influenza del gruppo di Corrente che Luigi avvicinò attraverso due dei suoi ultimi protagonisti, Alberto Colognato e Luigia Zanfretta; . . . .