Vanni Quadrio. 12 tavole sull’indicibile decomposizione
1. Che cos’è l’uomo? Fino a non molto tempo fa a questo interrogativo si sarebbe risposto che l’uomo, diversamente dagli altri enti, non è una cosa e che, dunque, essendo la domanda mal formulata, non meritava risposta. Ma oggi la psicologia del profondo più accorta ci dice che, in questo torno d’anni, qualcosa è accaduto. Dialogando con coloro che praticano forme terapeutiche dell’anima si fanno scoperte inquietanti. Tra queste ad esempio si scopre il venir meno, tra coloro che si rivolgono ai terapeuti, di una riconoscibile struttura della coscienza (Benasayag) – un fatto inatteso e piuttosto recente. L’indagine del profondo ci dà notizia di questo processo di destrutturazione che affligge gli individui i quali risulterebbero del tutto privi di una forma interna della coscienza e con ciò composti solo di frammenti bisognosi di supporto, di una qualche base d’appoggio o centro di attrazione – con la conseguenza che non è più possibile qualificarli come “in-dividui”. Tutto ciò sembrerebbe dipendere dalla forma della temporalità in cui viviamo la quale ha ricondotto ogni orizzonte a quello, angusto, delle merci e di queste ne ha fatto l’unico spettacolo capace di produrre effetti di verità. . . . .
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