Due specie di perturbazioni: dalla luce alla tenebra, dalla tenebra alla luce
Rapita dal mondo del teatro d’ombre, di cui si possono ammirare figurine presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino a Palermo, con questo contributo intendo porre l’accento sul concetto di ombra come apparizione, entità a parte seppur dipendente dai corpi, osservata e scambiata dagli uomini, replicata ma anche temuta dai pittori. Se nel teatro orientale in filigrana l’uomo è solo un’ombra nelle mani del suo creatore, in un Occidente bisognoso di immagini in movimento l’esigenza illusionistica ha finito col dominare quella drammatica tanto da voler sempre nascondere l’intervento del macchinista.
Partendo dal bagaglio filosofico ereditato da Platone e dalla teoria psicoanalitica di Jung, dopo una breve premessa sulle sperimentazioni sulla materia visiva, si approfondisce il mito della nascita della pittura e le molteplici accezioni di ombra. Passando in rassegna casi studio riguardo l’oscurità come enigma (Füssli), le ombre portate (Duchamp), l’alterità tra ombra e specchio (Picasso), il concetto di duplicazione (Warhol), il movimento imprimibile ma inafferrabile (Biasi), la rievocazione-memoria sottoforma di racconto per immagini-ombra (Walker), il senso di ombra come assenza di luce (Uncini), il significato di ombra come assenza del corpo (Parmiggiani), la natura intangibile (Yamashita), la manipolazione con la luce (Noble-Webster), un sintetico focus fotografico conclude il contributo storico-artistico, che verte sulla funzione espressiva dell’ombra.
Una proposta di ri-lettura viene indicata dal testo di Tanizaki: come in una composizione ad anello si torna qui al mondo orientale e al suo modo di sentire la luce (e anche l’ombra).
Pur sbarrando l’orizzonte e modificando la visione, infine l’arte di Richard Serra invita ad una nuova esplorazione curiosa ma anche disorientata.
Immagine: Collage: Da sinistra a destra: W. H. Fox Talbot, Wrack, part., 1839, stampa su carta salata, New York The Metropolitan Museum of Art; Wayang kulit “Arjuna”, 1890 ca., Kraton di Yogyakarta; P. Ruffo, L’ultimo meraviglioso minuto, part. di uno dei sette quadri, 2023, olio e intagli su carta intelata.


