“Archeologia delle strade”: Il contributo della metodologia archeologica allo studio della viabilità storica, per la ricostruzione della rete stradale del Casentino nel Medioevo
“Archeologia delle strade”: Il contributo della metodologia archeologica allo studio della viabilità storica, per la ricostruzione della rete stradale del Casentino nel Medioevo
di Riccardo Bargiacchi
La ricerca storica non ha trascurato la viabilità come fenomeno da studiare e ricostruire: indagini storiche volte allo studio di un territorio nel suo complesso non possono prescindere dalla ricostruzione della viabilità storica del territorio analizzato, in quanto è proprio nella viabilità che un territorio mostra la propria continuità fisica, poiché sono le strade che fisicamente raccordano un insieme disgiunto di siti, venendo a configurarsi come l’ossatura del paesaggio storico che si intende ricostruire, “il naturale tessuto connettivo della storia”, come la definisce Stella Patitucci Uggeri[1]. Conseguentemente il metodo principale di ricostruzione della viabilità storica, medievale nel caso specifico, si basa proprio, in sintesi, su questo presupposto: nell’ambito della totale assenza di strade conservatesi integralmente, se la viabilità storica è l’elemento di raccordo delle emergenze storico-archeologiche di un territorio, una ricostruzione di questa può basarsi sull’allineamento di queste emergenze sul territorio: si pensi per esempio in Casentino alla “Via delle pievi battesimali paleocristiane” di Alberto Fatucchi[2].. . . .
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