VIANDANTI, VIAGGIATORI, PELLEGRINI. Una riflessione filosofica sul camminare

 In I CAMMINI DI SAN FRANCESCO, Tematiche

 

VIANDANTI, VIAGGIATORI, PELLEGRINI. Una riflessione filosofica sul camminare

di Donatella Pagliacci

  1. Premessa

«La strada che percorriamo nel tempo è coperta delle macerie di tutto ciò che cominciavamo ad essere, di tutto ciò che avremmo potuto diventare. Questo perché la vita è una pienezza ricolma di possibilità»[1]. L’immagine di Henri Bergson offre la possibilità di riflettere sulla complessa trama che costruisce l’esistenza umana. Questo atto d’essere che è la nostra esistenza dice e rivela un’intenzionalità, un ex-sistere ovvero un essere da, che rimanda al senso di un venire da altro e da altrove rispetto al nostro essere presenti qui e ora. Nessuno si è autoprodotto, anche a prescindere dal credere in una fede religiosa, non possiamo non riconoscere che vi sia un’ulteriorità che si rivela nella stessa esistenza umana. Qualcuno l’ha definita una gettatezza come un essere gettati nel mondo, potrebbe essere più efficace parlare di un’esistenza passeggera di cui sappiamo qualcosa dell’inizio, ma nulla della fine. Il nostro esistere può essere definito come un viaggiare e la vita è un viaggio. Fin dai primi istanti del nostro esserci, fin dal primo esistere nel grembo di colei che ci ha generati, compiamo un viaggio e il nostro è, metaforicamente, un cammino: quello del divenire un essere pienamente umano. L’andare sembra, dunque, essere mezzo e fine della nostra esistenza. . . .

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[1] H. Bergson, L’evoluzione creatrice, in Id., Oeuvres, Press Universitaires de France, Paris 1959, pp. 579-580, traduzione nostra.

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