NUDITÀ, PITTURA, EROTISMO

 In Iconolibidica, Rubriche

Quando, durante il trattamento psicoanalitico,

emerge una sequenza di pensieri ben fondata e irreprensibile,

v’è per il medico un momento di imbarazzo

 di cui il malato approfitta per porre la domanda:

 “Non è tutto vero e giusto?

 che cosa vuol cambiare a ciò che ho raccontato?”

 Presto, però, ci si avvede che tali pensieri,

 inattaccabili dall’analisi,

sono serviti al malato per nasconderne altri

che vogliono sottrarsi alla critica e alla coscienza

Sigmund Freud, Dora (1901)

 

Il tedesco Akt mantiene all’interno dei suoi significati – come accade del resto anche nella lingua italiana – tanto quello di “atto”, “azione”, quanto quello di “coito”, “copula”.
La vicinanza semantica tra questi due tropi, fuor di qualsiasi metafora, raggiunge la sua più fervida interpretazione se contestualizziamo il tutto all’interno, per esempio, della pragmatica analitica: non è difatti psicologicamente significativo il fatto per cui, ad ogni nostra azione manifesta e cosciente, ne consegui sempre un’altra – ma è tuttavia la stessa! – rovesciata però sulla sua inaccessibile parte libidica? Lo è, ed il seguente esempio, tratto da Otto Rank, chiarirà forse di un poco questa ambigua relazione: «Un giovanotto dice ad una signorina incontrata per la strada: “Se permette, signorina, la vorrei begleitdigen”; ha commesso un lapsus per contrazione, fondendo il termine begleiten [accompagnare] con beleidigen [offendere, mancare di rispetto]. Evidentemente egli desiderava accompagnarla, ma temeva che la sua proposta la offendesse»[1]. Ebbene, io credo piuttosto al contrario: egli voleva veramente offenderla – cosa che peraltro, con questo lapsus, ha infine fatto –, e solo perciò ha tentato in extremis di accompagnarla.
Il punto allora è che il vero motore dell’atto qualsiasi, a ben vedere, non è mai da rintracciare nella sua copertura superficiale (in questo caso: “l’accompagnarla”, cioè l’atto inteso come atto, azione, opera, etc.), bensì piuttosto proprio in tutto ciò che viene quasi totalmente rimosso (in questo caso: “l’offenderla”, cioè l’atto inteso come coito, pulsione, eccitazione, etc.) . . . .

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[1]S.Freud, Zur Psychopathologie des Alltagslebens. Über Vergessen, Versprechen, Vergreifen, Aberglaube und Irrtum, Karger, Berlin 1904; trad.it. Psicopatologia della Vita Quotidiana, Newton Compton, Roma 2010, p.71.

Immagine: Martina Pozzobon, Sacro Pony, 2020 (60×80, acrilico ed aerografo su tela). Foto per gentile concessione dell’artista (ig: @marti_pzb).

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