Ed Vere, “L’artista”, Lapis, 2023, traduzione di Alessandra Valtieri
L’artista è un libro che parla di arte, e lo fa a partire da una prospettiva particolare, che è quella dell’albo illustrato. Il libro parla ai bambini, nel senso che costruisce un dialogo con loro, ma si rivolge anche agli adulti: ai genitori, così come agli amici e ai compagni di strada.
Quando parliamo d’arte, infatti, parliamo sempre a tutti: perché ragioniamo intorno alla bellezza, alla vocazione, alla paura di sbagliare, alle passeggiate che facciamo nell’ignoto; parliamo di grandezza e di impegno, che sono cose ben presenti ai bambini.
Ed Vere è un autore completo, cioè fa testi e disegni, per molti albi: da noi è conosciuto per due suoi personaggi in particolare, Mister Big e Max il Coraggioso. Per questo albo esce dalla consuetudine rassicurante della serie e dà vita a un nuovo personaggio per rispondere a una domanda che in tanti modi ricorre nella vita degli autori di libri per ragazzi.
Nel frontespizio, infatti, vediamo gli strumenti di lavoro: matite, un pennello, un temperamatite, adagiati su un foglio di carta da pacchi scarabocchiato, su cui con lo scotch rimovibile sono appesi due pezzi di carta colorata. Sul primo compare il titolo del libro, sul secondo una nota gialla che dice: “una volta, mentre ero lì tutto preso a disegnare, qualcuno mi ha chiesto “che cos’è un artista?” Io ci ho pensato su e poi ho risposto così…”
Dentro, girando pagina, comincia già una storia: perché in questa forma d’arte alle domande si risponde con un racconto, con qualcosa che accade; sappiamo che siamo in una storia, perché le tavole sono disegnate sulla stessa carta da pacchi di prima, appesa sul bianco con lo stesso scotch removibile di prima. Nella storia, ci sono dei dinosauri che si muovono, e in un angolo, in basso a destra, un draghetto sta disegnando, la lingua di fuori e gli occhi spalancati per non perdere niente di ciò che succede.
Dice il testo: “Il mondo è un luogo meraviglioso. Vivo! Pieno di gioia e di bellezza. Il sole splende. Il cielo è blu. Ma a volte andiamo così di fretta che non ce ne accorgiamo. Gli artisti, invece, sì.”
Nella doppia pagina successiva compare in grande proprio il draghetto, che scopriamo essere una draghetta: “Ecco un’Artista. Lei vede la meraviglia, la gioia e la bellezza. Lei vede tutto questo e lo dipinge con i suoi colori.” E sui fogli sparsi sul pavimento compaiono un dinosauro e un bambino, un leone e un elefante col cappello.
“L’artista ha la testa piena di meraviglie. Piena di colori, piena di emozioni. Piena di passione, piena di sogni. Di cose viste e di cose immaginate. E tutto frizza, ronza, cozza, rimbalza, frulla e rifrulla e si trasforma in mille idee. E a volte… in arte.”
Nel frattempo la draghetta continua a disegnare, sempre con la lingua di fuori per la concentrazione e l’impegno, fino a che non la vediamo abbracciare la mamma (o il papà), perché arriva un momento in cui l’artista deve portare i suoi disegni in giro per il mondo, e mostrare a tutti il mondo come lo vede lei: “Ma per farlo deve mettersi in viaggio, andare via, lontano da casa.”
Così la draghetta artista arriva in una grande città: ma lei è ancora più grande, e si aggira tra i palazzi come una specie di Godzilla colorato; in modo abbastanza naturale, i muri prendono il posto dei fogli su cui disegnava, e le persone possono vedere le sue opere e l’artista dipinge cose sempre più grandi, e la gente inizia ad assieparsi per vedere cosa disegnerà. “Tantissima gente. Ferma a guardare. Tantissima gente. Ferma lì ad aspettare.”Ed ecco che, mentre sta colorando di azzurro un gigantesco dinosauro con un piccolo cappello, “il pennello scivola via. E l’Artista colora fuori dai bordi!”
Ha sbagliato.
È imbarazzata, è confusa.
La gente la conforta e le è vicina.
“Una bambina si fa largo tra la folla: “non importa se sei andata fuori dai bordi” le dice. “Gli errori servono per imparare! È il cuore quello che conta…”
La draghetta si fa coraggio e riprende: “dimentica i bordi e pensa solo al mondo che conosce… A tutta quella bellezza che non è mai perfetta!”
Il libro si chiude con gli enormi amici della draghetta che giocano per le vie della città, e sono venuti a salutarla a loro volta, mentre torna la voce che abbiamo incontrato sul frontespizio: “Ecco cos’è un artista” ho risposto. E allora continua a disegnare, perché forse sei un artista anche tu!”
È un messaggio semplice, ma diretto, assolutamente condivisibile, costruito intorno a un’esperienza di sbaglio chiara e convenzionale: andare fuori dai bordi.
Il libro però funziona ancora meglio se vediamo quali sono le citazioni visuali che costituiscono la base del libro, perché ricorrono alcuni temi.
I risguardi, ma in tutto il libro gli stessi alberi del posto dove sta la draghetta, anzitutto, sono una citazione diretta del bosco del Paese dei mostri selvaggi di Sendak, un capolavoro riconosciuto nell’ambito dell’albo illustrato. Lo stesso albo viene citato direttamente quando la draghetta si imbarca per andare lontano, e la barchetta è la stessa che prende Max per raggiungere il paese dei mostri selvaggi, così come la draghetta e Max si siedono nella stessa posa di sconforto e nostalgia.
Le altre cose che la draghetta disegna e dipinge sono un leone (il riferimento è forse a Questo (non) è un leone, un piccolo libro anticonformista sempre di Ed Vere, uscito in Italia per Terre di Mezzo), un razzo che sembra quello di Tin Tin sulla Luna, una colomba che pare disegnata da Folon: ma mancano citazioni così dirette come quella fatta con Sendak.
Dicendo a cosa serve un artista, infatti, Ed Vere sceglie di dire con le immagini cose che non vuole dire a parole: Nel paese dei mostri selvaggi è una storia in cui un bambino, Max, in una sera in cui non riesce a stare “nei bordi”, ma si comporta da mostro selvaggio, si trova catapultato in una terra sconosciuta, abitata da “Wild Things”, cose selvagge. Qui ben presto Max diventa il loro re, fino a che non sente nostalgia di casa e decide di tornare indietro, mentre i mostri selvaggi vorrebbero mangiarlo, tanto lo amano.
L’arte è anche, indirettamente per Ed Vere, questo luogo dove incontrare le proprie cose selvagge, per trasformarle in gioia e bellezza: non perché i bambini siano obbligati a essere felici (per renderci felici), ma perché l’arte è un luogo fuori dai bordi.
Restando alle figure, in modo semplice e potente, senza spendere una parola di troppo, Ed Vere mostra come l’arte sia un antidoto efficace non contro la rabbia, ma contro il rischio dell’alienazione, che qui è semplicemente andare troppo di fretta per accorgersi di cosa capita intorno a noi.
Immagini
Ed Vere, L’artista, Lapis, 2023, traduzione di Alessandra Valtieri.
Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Adelphi, traduzione di Lisa Topi.
Beniamino Sidoti lavora da oltre trenta anni agli incroci tra gioco e narrazione: è autore tradotto in venti lingue, consulente, studioso e organizzatore. È tra i fondatori della manifestazione LuccaGames, il più importante festival ludico europeo. Tra i suoi libri il Dizionario dei giochi (con Andrea Angiolino, Zanichelli, 2010; ora Unicopli, 2022), Strategie per contrastare l’odio (Feltrinelli, 2019) e Stati d’animo (Rrose Sélavy, 2017).