“Create and be recognized” considerazioni sulla fotografia nella prospettiva outsider

 In La camera ibrida, Tematiche

Tra il filone di studi che tratta l’argomento dell’uso insolito o “ibrido” della fotografia, Create and Be Recognized. Photography on the Edge[1] è un testo particolarmente interessante poiché esamina questo concetto nell’ottica outsider: il volume, infatti, costituisce il catalogo della prima mostra interamente dedicata all’outsider photography.

Come vedremo più approfonditamente in seguito, gli artistioutsider (detti anche artisti marginali o irregolari), che sono spesso completamente autodidatti e inconsapevoli del valore artistico delle proprie creazioni, adoperano l’apparecchio fotografico ad un livello basilare e poco ricercato. Non di rado, inoltre, si dedicano a progetti estremamente ambiziosi e smisurati, che si estendono nel tempo dando luogo a produzioni molto ampie incentrate su un’unica tematica; tali ricerche, tuttavia, non sono animate da un intento documentativo, ma da impulsi interiori: l’obiettivo di queste immagini, infatti, si rivela, quasi sempre, un tentativo di dare concretezza visiva ad alcuni tratti della propria emotività. Il significato delle fotografie outsider è quindi molto intimo e privato e, talvolta, difficile da interpretare per lo spettatore. E’ chiaro, perciò, che i tratti distintivi della fotografia outsider non saranno da ricercarsi in superficie, nelle marche stilistiche o nelle tecniche compositive, ma tra le motivazioni profonde che spingono gli autori a realizzare tali scatti.

Immagine: C.T. McClusky, Untitled, c. 1940 – 1950

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