Appunti su Capogiro

 In Artisti fuori, Tematiche

 

L’idea di contribuire alla realizzazione di una mostra aperta anche ad artisti “irregolari” così come, ancora in nuce, mi sottoposero Sara Ugolini e Cristina Calicelli, mi piacque molto. La narrazione che si voleva costruire ruotava attorno al tema della “testa” e il titolo scelto per l’evento, Capogiro, ne metteva in luce il versante privilegiato: non tanto la presenza statica, bensì il suo processo di costruzione lineare o plastica, la malleabilità delle sue funzioni “pubbliche” e “private”, i suoi rimandi figurali e simbolici.
Al taglio del tema si aggiungeva la scelta altrettanto dinamica degli artisti invitati: figure storicizzate e della contemporaneità stretta assieme ad artisti marginali e autori anonimi, le opere dei quali sono conservate nei musei etnologici. E questo accostamento, per me che lavoro nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Marino, risultava particolarmente importante anche da un punto di vista più generale, legato alle vicissitudini dei processi di musealizzazione.
Nel mostrare una parata di appendici sferiche che pur nella moltitudine conservano ognuna le proprie peculiarità, Capogiro alimenta infatti, allo stesso tempo, una riflessione su quello che solitamente sta “dentro” a un museo e ciò che ne rimane fuori, cioè sul ruolo del Museo nel processo di legittimazione culturale e sociale dell’arte.

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