Vincenzo Bellini attraverso l’epistolario UNA VITA D’ARTISTA TRA GENIO E CALCOLO. III Parte
PARTE III.
Dopo la rottura con il compositore, approfittando della conoscenza col Florimo – si erano visti a Napoli durante il viaggio con Bellini nel ’32 – e altrettanto il Florimo con lei (così da poter carpire entrambi notizie da un lato e dall’altro), Giuditta Turina mantenne con l’amico in comune un rapporto epistolare: ricordiamoci che, al tempo della relazione appena iniziata col musicista, lei voleva conoscerlo chiedendo di vederne il ritratto e di raggiungerlo insieme a Napoli.
Lo stesso Bellini, nella famosa lettera da Milano del 27 settembre 1828, informando l’amico sulla nuova storia, scrive: «[…] l’affare sembra che sia serio, e perciò adesso te lo comunico e l’affido alla nostra segretezza. Ella non vuole che te lo scrivesse, poiché teme che si smarrisse qualche lettera, ma come con niuna persona non posso fare a meno di parlar di te, ella ti stima molto, ed è quasi gelosa del mio affetto per te: vuole vedere il tuo ritratto, e mi dice sempre: Bellini andiamo a Napoli per vedere il vostro amico? Ed io le dico: andiamo: e ciò si replica sempre sempre». . . .