LUCE, VENTO, INFINITO. Una conversazione con Giorgio Tassi

 In Raccordi

 

Molto tempo è passato da quando non pubblico su Aracne una mia conversazione, ‘genere’ che per molti anni ha caratterizzato le mie incursioni nel mondo dell’arte e negli universi idiomatici degli artisti prescelti. Lo faccio ora con un uomo che definire ‘artista’ è sicuramente riduttivo. Giorgio Tassi, oltreché essere un fotografo straordinario e uomo di cultura di spessore non comune, abita questo nostro mondo con gli occhi, i sensi, e il passo felpato ma fermo del mistico. Non esito a chiamarlo un illuminato, nell’accezione buddista del termine, anche se lui, forse, preferirebbe essere noto come un insolito alchimista. Giorgio ci apre una piccola finestra sull’esperienza fondamentale che lo ha riorientato nella sua visione delle cose, esperienza che ha poi traslato nella sua arte di fotografo. Ma come succede a molti artisti, non tutto della propria opera può essere affidato alla parola. Nel suo caso, però, questa intraducibilità ha più a che fare con la dimensione ‘altra’ che è propria del mistico che non con un limite personale di chi pure fa ricorso al linguaggio. Anche per questo ho deciso di invitare, per l’occasione, l’amica e critico Flavia Orsati, che ben conosce il lavoro di Giorgio, al fine di introdurre la nostra conversazione.

Immagine: Fotografia di Giorgio Tassi ©: Volturnus Primus

 

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