Pascoli e Puccini, due poetiche distanti. Il sogno (pascoliano) di un’intesa mancata. Seconda parte

 In L’incontro delle Arti, Rubriche

Parte seconda

Giacomo Puccini si recò a Castelvecchio il 14 settembre del 1908 insieme a Guelfo Civinini (1873-1954) e Alfredo Caselli, che ne fu informato dal Maestro sabato 12: “Lunedì si va a Castelvecchio a far visita al Pascoli. Tu devi venir con noi, passiamo a prenderti verso le 10,30 o le 11. Trovati a bottega: partiamo subito e colazioneremo in viaggio. Dovresti mandare un espresso al Pascoli, avvisandolo o meglio telegrafargli”. Dalla cronaca del Civinini sul Corriere(1) apprendiamo che Puccini non dominò la scena, anzi non solo non parlò molto ma lo fece solo due volte: la prima per osservare che Torre del Lago era migliore di Castelvecchio, per il paesaggio più vario e perché “c’è più da fare”; la seconda per smentire che dall’altana si vedesse uno dei monti più suggestivi delle Apuane, l’Uomo Morto, in quanto lo vedeva lui da Torre del Lago. Di che si trattava? . . . .

(1) Con il titolo “La casa di Giovanni Pascoli” ne farà dieci giorni dopo una cronaca per il Corriere della Sera del 24 settembre. 

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