Parole, parole, parole…
Nuvole passeggere, ora dense, ora lievi, che nascondono o rivelano. Questo sono le parole.
Osservare il cammino delle nuvole è come mettersi in ascolto delle cose, sentirle, toccarle, assaporarle, amarle.
E invece le parole pretendono di definire e delimitare. Come ha scritto Celati, “pretendono di regolare i conti con quello che succede là fuori, di descriverlo e definirlo. Ma là fuori tutto si svolge non in questo o in quel modo, c’entra poco con ciò che dicono le parole”.
Ogni volta che osserviamo qualcosa dovremmo liberarci dai codici familiari che ci portiamo appresso; per farlo è necessario andare alla deriva, in mezzo a tutto ciò che non si comprende, arrivare a una foce, in cui sentirsi smarriti…
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