Murger, una modesta fonte letteraria. La Bohème in corsa tra due secoli
La Bohème (1896) non fu un travaglio impossibile né per Puccini né per i suoi librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, il contrario di ciò che avvenne per la Manon Lescaut (1893) e come accadrà per Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904).
Il compositore era distratto da mille cose: la moda, la caccia, la bicicletta, le chiacchiere epistolari con amici e parenti, l’idea di accordarsi con Giovanni Verga – personaggio alquanto difficile – per musicare La Lupa, progetto poi naufragato.
Solo tempo dopo, tra periodi di abulia e di daffare dietro i soliti diversivi, si deciderà a occuparsene più seriamente, a partire dall’estate del ’95, convinto di dover finalmente «liricizzare un po’ tutti questi spezzatini» (a Giulio Ricordi). Non è chiaro come fosse arrivato al libro di Murger, forse . . . .