Disegnare il mondo
“Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d’isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto”
(Jorge Luis Borges, L’artefice)
Come un richiamo lanciato nel silenzio di una superficie scabra, il disegno raccoglie altre voci che vibrano di idee e si aggregano generando una sinfonia di segni e tracce. Dominando l’informe prima stesura, ne genera la struttura, le possibili linee di sviluppo e le derive inconsapevoli.
Il gesto è genuino e sofisticato, contenendo nelle sue linee potenzialità che aprono allo sguardo mondi rivelati. Da quelle tracce l’idea primigenia si svilupperà fino a divenire un ritratto, un paesaggio, un abito, una macchina, un ponte, un grattacielo, la linea di una melodia.
Disegnare è ricordare, fissare, memorizzare nel proprio idioma espressivo per appropriarsi della conoscenza e organizzarne i collegamenti. . . .
Immagine: Aracne di Paolo Veronese
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