Case sull’albero

 In Giocare Destini, Rubriche

 

  1. Una buffa imperturbabile eternità.

Una delle cose buffe dei giochi è che conferiscono alle cose un senso di imperturbabile eternità: come se il fatto di averle viste nella nostra infanzia le renda storiche, indistruttibili.
Invece nel gioco esprimiamo il nostro presente, seminiamo simboli della nostra epoca e cresciamo e ci facciamo crescere.
Vi voglio parlare, per esempio e a questo proposito, delle case sull’albero.
Oggi si trovano molte case sull’albero: nei parchi divertimenti e in giardini privati, per bambini, ragazzi e adulti – le case sull’albero sono popolari nei libri per ragazzi e nel cinema, nei cartoni e in televisione.
Come se fossero sempre esistite, come un simbolo della stessa infanzia.
Non è così: le case sull’albero sono un aspetto dell’immaginario novecentesco, che si impone nel giro di un paio di decenni e dà quell’impressione di eternità cui accennavo sopra.
I parchi divertimenti sono pieni di case sull’albero di Tom Sawyer, di Robin Hood, di Peter Pan, dell’Isola del Tesoro… eppure i libri delle loro avventure non descrivono case sull’albero – Tom Sawyer si avventura in barca o dentro una caverna, l’Allegra Brigata vive nel bosco ma non costruisce alcuna dimora arborea, Peter Pan costruisce un rifugio per Wendy solo quando non può muoversi, e Jim sale sugli alberi solo per assalire i pirati e far loro credere che l’isola sia abitata dai fantasmi.

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