Pietro Cascella, costruttore di millenari sogni di pietra. Un dialogo tra l’artista abruzzese e altri scultori del XX secolo
L’elaborato critico si propone di esaminare uno dei capitoli meno usitati relativamente all’arte, alle scelte e alla poetica dello scultore Pietro Cascella. Per cercare di comprendere la complessa eredità di immagini archetipiche e la stratificazione di esperienze artistiche, si rende necessaria la lettura comparata tra alcune opere dell’artista abruzzese e quelle di altri esponenti della scultura internazionale, oltre a evidenze archeologiche e manufatti ceramici.
Cascella fu protagonista di momenti di scambio (di cui si conservano anche fotografie e documenti d’archivio) con Marino Marini, Henry Moore e Jacques Lipchitz, con i quali poté condividere soprattutto il principio ispiratore della ricerca di forme e formule primordiali.
Questa ricerca intende dunque presentare assonanze formali ma anche sottolineare la permanenza di valori autentici atti a fondare un nuovo modo antico di fare scultura, che riportò alla luce modi ancestrali e immortali.
In appendice si presenta un breve focus incentrato su alcune possibili contaminazioni ravvisabili nell’arte eterogenea di Mirko Basaldella e in quella sperimentale e al contempo monumentale e di connotazione pubblica di Cascella.
Immagine:
Particolare di un’opera nella sala espositiva dedicata all’influenza picassiana della mostra Pietro Cascella inedito (Roma, Casino dei Principi di Villa Torlonia).