L’ARTE CI PRENDE PER MANO 3. La costruzione e la realizzazione del sé tra tempeste adolescenziali e ostici orizzonti
Abstract
Dopo aver approfondito i risvolti del potere e l’insoddisfazione causata dalla constatazione di lacune, che generano speranze ma anche illusioni, questo ultimo capitolo della serie mira a concentrarsi sulla fase della vita, che incarna il passaggio e la crescita: l’adolescenza.
Prendendo spunto da alcuni temi propinati dall’ultimo film d’animazione Disney Pixar Inside Out 2, tramite racconti relativi a opere d’arte selezionate l’elaborato, incardinato su dati statistici e informazioni tratte dal campo medico e psicoterapico, intende far luce su aspetti importanti, quali la difficoltà a capire i cambiamenti del corpo e le trasformazioni recondite, il dilagare dei disturbi alimentari e la diffusione di fenomeni allarmanti propri di questo tempo, come quello che ingloba i NEET.
In un sistema sociale che rende prigionieri di standard estetici, che si basa su parametri di consenso procacciato dal successo ottenuto da audience senza volto né voce e che offre mute litanie sulle possibilità di futuro (disattese), lo sguardo della resilienza rimane giovane e, proprio perché solcato da fratture, simbolo del trascorrere delle vicissitudini, traguarda ostici orizzonti senza paura ma con consapevolezza: la scoperta più sorprendente è quella di rendersi conto che la vera bellezza sta nell’imperfezione e che la felicità (anche se dura poco) è autentica quando abita in corpi accettati da moti interiori, gli stessi che risentono delle tempeste incontrate già durante il periodo adolescenziale.
Immagine: V. Tomescu Scrocco, Adolescente sull’Aniene, 1924, olio su tela, Roma Galleria d’Arte Moderna
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