L’ARTE CI PRENDE PER MANO 2. Il desiderio: dall’accertata mancanza di stelle alla ricerca di possibili costellazioni

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Abstract

L’ARTE CI PRENDE PER MANO   2. Il desiderio: dall’accertata mancanza di stelle alla ricerca di possibili costellazioni

Dopo aver ripercorso l’itinerario del potere che si fa atto e azione per il conseguimento di un diritto e dopo aver esaminato intenti artistici volti a sottolineare il ruolo della donna-artista, l’arte in questo secondo atto ci prende per mano e si sofferma sul desiderio.
Cominciando dall’analisi del nuovo film Disney Wish, si intende subito che desiderio ha molto a che fare con il potere, di cui stavolta si evidenzia il lato destruens.
In seguito ad un appiglio letterario trovato in Aldous Huxley, la disamina dalla natura storico-artistica ci consente di cogliere le diverse sfumature del desiderio, che è sia constatazione di una mancanza e quindi immediato ricorso al soddisfacimento di un bisogno (fisico e/o spirituale) ma anche pulsione, speranza, sogno, illusione e perfino capriccio.
L’intento del contributo non è provare che il desiderio sia stato oggetto di ricerca artistica nei secoli e dunque presentare i modi con cui è stato raffigurato; la cagione dello studio è infatti sondare come il desiderio sia stato espresso e come si sia manifestato: non da leggersi come oggetto, il desiderio viene indagato come movente degli ambiti artistici nel mondo dell’arte.

Immagine di copertina:
Sottoimpressione fotografica: Cielo stellato romano (23 luglio 2024) e in primo piano M. C. Escher, Vincolo d’unione, 1956, litografia, Baar (ZG) M. C. Escher Foundation. Fotografia realizzata da Enrico Mattioni.

 

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