Ladies & Gentlemen? Le nuove soggettività nei romanzi di Jane Austen

 In Contributi

Abstract:

Nell’ambito del fiorente romanzo di formazione, al tramonto del Settecento, quando in Europa riecheggiano già con forza nomi come quello di Johann Wolfgang von Goethe, Jane Austen, abitante di una piccola canonica della campagna inglese, si stava impegnando nella produzione di quello che può essere definito invece Bildungsroman al femminile. Di qui l’inserimento ingiustificato delle opere della Austen in una letteratura triviale, visione che sembrerebbe nascere da quello che è spesso erroneamente considerato il nucleo dei suoi romanzi: il matrimonio. Sebbene presente, il contratto matrimoniale non sta infatti al cuore dell’opera austeniana. 

Questo contributo si prefigge quindi di giustificare una tale affermazione attraverso un’analisi trasversale su almeno due punti. Il primo riguarda il legame del contratto matrimoniale con il contratto sessuale, come reso noto da Carole Pateman nel suo The Sexual Contract (1988), a cui si lega in gran misura il pensiero della differenza del femminismo italiano del secondo Novecento, che ha al centro l’ipotesi secondo cui una donna può auto-definirsi, in un mondo sociale nel quale non è però solo la donna a mutare, in quanto si assiste a una vera e propria metamorfosi di quello che era il tradizionale gentleman inglese. 

Il secondo punto concerne invece l’importanza ermeneutica della poetica di un’artista che possiede un valore conoscitivo, seppur unico e differente, tanto quanto i sistemi filosofici del suo tempo, in cui a scrivere sono personalità del calibro di John Locke e Jean-Jacques Rousseau. Sebbene sembri non essersi interessata in modo diretto a tali riflessioni, la Austen riesce, prendendo in mano la lente della relazione dialogica uomo-donna, a rappresentarle tutte nei suoi romanzi. 

Insomma, Austen interpreta i grandi temi dell’epoca in cui vive, primo fra tutti quello della felicità individuale, poiché non si avvicina alla scrittura a partire dal suo essere donna in quanto condizione patita, benché fosse questa la realtà offerta a una donna inglese nel Settecento, oppressa dal peso di un regime patriarcale e di una società ferocemente divisa in classi. Al contrario, anziché raccontarci le sue storie dal punto di vista di una vittima del patriarcato, Austen scarta quest’ultimo, nella misura in cui le è concesso, e sceglie per sé la libertà di interpretare il proprio essere donna autonomamente e non in conformità al pensiero comune. 

Parole chiave: Bildungsroman; libertà femminile; gentleman; felicità; femminismo della differenza

Immagine: Jane Austen (1775-1817) on engraving from 1873. Engraved by unknown artist and published in ”Portrait Gallery of Eminent Men and Women with Biographies”,USA,1873.

 

Leggi l’articolo

Vai alla sezione CONTRIBUTI

 

 

 

Post recenti