Divismo – bellezza – glamour. I ritratti fotografici di Ruth Harriet Louise e Ghitta Carell

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Abstract

A dispetto della demitizzazione di cui si è fatta promotrice l’arte delle Avanguardie, la diffusione sempre crescente di cinema e fotografia ha prodotto una specie di re-incantamento del vivere collettivo. Le immagini mediali costituiscono il repertorio di personaggi, luoghi o eventi mitologici, costanti o mutevoli, che strutturano l’identità sociale canalizzando la sensibilità e i gusti di ognuno di noi e dando forma alla storia e alla cultura. Negli anni Venti si è affermato il modello hollywoodiano, nato negli studios americani e poi diventato punto di riferimento anche in altri contesti iconografici.
I ritratti di Ruth Harriet Louise e di Ghitta Carell si inseriscono in questo periodo in cui ottenere e mantenere il consenso pubblico diventerà una nuova arte, l’arte di rappresentare un personaggio significativo dentro e fuori lo schermo. Le iconiche fotografie realizzate dalle due artiste, mescolando divismo, bellezza e glamour, hanno trasformato le star in divinità di massa, confermando la natura ibrida della fotografia, il suo intrinseco valore estetico e sociologico, in quanto forma d’arte e strumento privilegiato di promozione di sé.

Immagine: Ruth Harriet Louise, Greta Garbo – Wild Orchids, 1929.

Parole chiave: fotografia, divismo, bellezza, glamour, immaginario.

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