Brani personali: l’io in bilico tra cadute e tentativi di risalita

 In Contributi

Abstract
Brani personali: l’io in bilico tra cadute e tentativi di risalita

Diversi contributi ho presentato a voi lettrici e lettori. Svariati argomenti sono stati trattati in maniera monografica (Freud e il valore della bellezza e il sogno di pietra di Cascella), in modo più generale (la tendenza all’astrazione e le suggestioni dal meraviglioso) e per serie (La grammatica del linguaggio visivo e L’arte ci prende per mano): credo sia giunto il momento di consegnare un brano, un mio “pezzo”, che risuoni al ritmo dei miei andamenti. Finora vi ho invitato ad entrare in alcuni contesti tracciando possibili itinerari: articolato quasi come un componimento musicale, questo elaborato è proprio introdotto, intermezzato e ultimato da miei testi. Cogliendo spunti dal mondo letterario e attingendo sempre dagli ambiti artistici, negli scomparti centrali due atti condensano scene di brani personali in cui il concetto di caduta viene affrontato secondo molteplici accezioni. Con l’idea di lasciare un po’ di me sulla via, che inevitabilmente somiglia, anche solo per minuti tasselli, alla comune sonata, stavolta la mia proposta è quella di incontrarci tra parole e immagini perché voltarsi può essere tornare, perché cadere può diventare sollevarsi. Se ac-caduto significa avvenuto, successo, capitato, e dunque è fatto, lo scacco non è più mortificazione e sconfitta: può essere identificato con la mossa decisiva della partita, quella che lancia la strategia in divenire del vivere.

Immagine:  In primo piano: Sergio Zanni, La caduta, 2011, terracotta patinata. Sullo sfondo: Marìn Javier, Columna, 2004, altezza 8 m, frammenti scultorei di corpi in resina e basamento in legno

Leggi l’articolo

 

 

Post recenti